
LA NATURA PUO’ DARE BENESSERE PSICO-FISICO?
La mia esperienza.
Uomo e natura sono legati da un filo indistruttibile. Tutti abbiamo bisogno di un contatto con la natura e questo contatto ci porta ad un benessere psicologico; ma va coltivato, stimolato. Secondo ricerche e studi i benefici sono molteplici per l’uomo; riduzione di stress, di sintomi come ansia e depressione, miglioramento dell’umore e aumento della creatività. E per l’ambiente. Sembra che la natura manifesti i suoi effetti positivi in maniera immediata, basterebbero 2ore a settimana in luoghi quali parchi e foreste.
Ciò che segue vuole essere solo la condivisione di un’esperienza personale.
I parchi sono i polmoni verdi nelle nostre città, luoghi frequentati per prendere respiro dalla frenesia della vita quotidiana. Si può fare sport, godere di un momento di relax insieme agli amici facendo un picnic o semplicemente conversando. Sedersi su una panchina appartata all’ombra di un albero e leggere un buon libro. Per i più piccoli sono luoghi di divertimento e aggregazione per fare nuove amicizie.
Ho sempre avuto la passione per i parchi, ogni vacanza ha come tappa immancabile la visita di uno parco o giardino caratteristico del posto.
Mi piacciono i colori della stagione autunnale con gli alberi caducifoglie le cui foglie prima di cadere si tingono di tonalità che vanno dal giallo, all’arancione, al rosso. Un’esplosione di colori la cui bellezza raggiunge il culmine nei mesi di ottobre e novembre con il fenomeno definito foliage. Quando raggiungono la colorazione marrone si staccano dai rami, fluttuano nell’aria per poi toccare il suolo. Camminarci sopra provoca un fruscio che coinvolge il senso dell’udito.
La primavera, dove la margherita che cresce spontanea nei nostri prati annuncia l’arrivo dello sbocciare delle fioriture con le sue tonalità infinite. L’inverno, con solo la struttura definita dai tronchi e rami spogli mischiati agli alberi sempreverde. Quando mi immergo in un parco tutti i pensieri svaniscono, tutte le tensioni si dissolvono. Ci sono solo io che percorro un sentiero alla scoperta di ogni angolo. Mi sento come una bambina a bocca aperta, esterrefatta da quello che vede come se fosse sempre la prima volta ‘di un qualcosa’.
A voi cosa affascina di più? Inizialmente ero solo affascinata da un aspetto estetico e dalla sensazione di quiete, poi in un momento buio della mia vita ho iniziato a percepire la natura in modo diverso.
Iniziai a soffrire di attacchi d’ansia, di quelli che ti colpiscono di notte e non ti lasciano più dormire, spesso per cose futili ma che io vivevo come se fossero una catastrofe. Andavo a letto presto con la speranza di addormentami subito perché sapevo già che mi sarei svegliata di soprassalto e addio dormita. Respiro affannato come se mancasse l’aria e cuore a mille che quasi scoppia, cerchi di fare respiri profondi e cadenzati ma è tutto fuori dal tuo controllo. Ero paranoica su ogni mia azione e la ripetevo mille volte solo perché avevo paura di non averla davvero fatta o di averla fatta male e quindi causare conseguenze irreparabili. Poi entrò in gioco la depressione, dove l’unica cosa che volevo fare era stare a letto in una stanza completamente buia per proteggermi da una presenza che mi assillava. La paura. Possiamo dire la paura della mia stessa ombra. Non è qualcosa che capita da un giorno all’altro è un processo molto lento, spesso non ti accorgi neanche dei cambiamenti o forse fai solo finta di non accorgertene, fino a che non invadono ogni aspetto della tua vita e non puoi più far finta di nulla.
Accanto a un percorso terapeutico, le prime attività che mi sforzai di fare riguardarono il giardino di casa (sempre entro un confine sicuro). Tagliare l’erba, annaffiare le piante, farmi comprare delle piccole piante e creare delle mie composizioni per prendermene cura. In questo periodo ho scoperto il mondo dei terrarium. Sono dei giardini in contenitori di vetro che possono essere aperti o chiusi; piccoli ecosistemi in grado di sostenersi e svilupparsi in modo autosufficiente. Dopo alcuni mesi sono iniziate le passeggiate nella campagna circostante dove poter raccogliere fiori spontanei selvatici come la margherita, la viola del pensiero, la lavanda e la salvia dei prati. Oppure piccoli rametti da alberi in fiori che fuoriescono dalla recinzione nelle case circostanti.
In un periodo che non volevo fare nulla se non stare sempre a letto, queste piccole attività sono state qualcosa di fortemente positivo. All’inizio era più uno sforzo che una voglia, per mesi è stato così, poi ho iniziato a interessarmi e ad affasciarmi a questo mondo tanto di iscrivermi a un corso di progettazione di giardini.
